Tango Argentino. Un’intima connessione tra corpo e mente
di Andrea Beccarini, Tiziana Miele
Sunto: Il tango argentino nasce nel ‘900 dalla necessità di integrazione sociale. Gli elementi che lo caratterizzano e lo contraddistinguono sono: l’abbraccio, l’improvvisazione, il rispetto dei suoi codici e la socialità. Con l’abbraccio si entra in connessione con l’altro in un ascolto profondo. I ballerini non si limitano ad eseguire catene di passi prefi ssati ma lavorano sulle variazioni. Seppur improvvisato il tango argentino si basa su una tecnica precisa di passi e di fi gure che richiamano l’aspetto biomeccanico della disciplina: tutto il corpo partecipa organicamente al movimento, composto da intenzione, equilibrio ed esecuzione. Il tango stimola il corpo a 360° e sono molteplici i benefi ci sia a livello fi sico che mentale ed emotivo: migliora la postura, l’elasticità, elimina lo stress, aumenta l’acutezza mentale, l’energia e la vitalità. La pratica del tango argentino sempre più spesso è utilizzata per curare la depressione negli anziani e permetterebbe di ridurre i sintomi nelle persone affette dal morbo di Parkinson.
Abstract:Argentine tango was born in the 1900s from the need for social integration. The elements that characterize and distinguish it are: embrace, improvisation, respect for its codes and sociability. With the embrace you enter into connection with the other in a profound listening. The dancers do not just perform chains of fi xed steps but work on the variations. Although improvised, the Argentine tango is based on a precise technique of steps and fi gures that recall the biomechanical aspect of the discipline: the whole body participates organically in the movement, consisting of intention, balance and execution. The tango stimulates the body at 360 ° and there are many benefi ts both physically, mentally and emotionally: it improves posture, elasticity, eliminates stress, increases mental acuity, energy and vitality. The practice of Argentine tango is increasingly used to treat depression in the elderly and would reduce symptoms in people with Parkinson’s disease.